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le stagioni di OpenPompei. Diario di un progetto

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Pompeii

Primavera 2013. È uno strano luogo quello della prima riunione vis a vis del team al completo: arriviamo da diverse parti d’Italia e ci incontriamo alla fermata della circumvesuviana Villa dei Misteri. Passiamo così dal virtuale al reale ed entriamo per la prima volta come team di OpenPompei negli uffici della Soprintendenza. Siamo qui per supportare le politiche di trasparenza del Grande Progetto Pompei e per far in modo che, a partire dall’apertura dei dati, i cittadini attivi possano sperimentare un nuovo legame proattivo con uno dei siti archeologici più chiacchierati del mondo. Veniamo accolti da tanta curiosità quanti punti interrogativi su cosa possa significare la trasparenza a Pompei, dal come farla a quali effetti potrebbe produrre. Il dialogo però è aperto e decidiamo che il modo migliore per disegnare una strada comune con la Soprintendenza è mostrare una demo, la quale dia un’idea concreta di come potrebbero essere visualizzati dati archeologici scientifici ed economici relativi a lavori di restauro e messa in sicurezza.

Mentre una parte del team si mette al lavoro per realizzarla, un altro pezzo di OpenPompei inizia un viaggio per tappe intorno a Pompei, sino a Napoli, Salerno e la zona di Aversa per conoscere i cittadini attivi e gli innovatori della Campania. Cosa c’entra questo girovagare con la trasparenza del Grande Progetto Pompei? Be’, con chi cominciare a ripensare il rapporto tra i cittadini e l’area archeologica, se non da coloro che a Pompei e anche in altri luoghi della Campania stanno ripensando un nuovo modo di vivere la loro terra?

Estate 2013. Mentre i viaggi continuano, tra beni confiscati e summer school sull’innovazione rurale, innovatori sociali in bicicletta e cooperative di giovani in quartieri periferici di Napoli, la demo viene presentata alla Soprintendenza. Gli occhi si illuminano di fronte alla mappa di Pompei dettagliata come solo quella di OpenStreetMap lo è, con icone che rimandano a dati economici, scientifici e immagini, in modo intuitivo e facilmente consultabile. Non facciamo però in tempo a fare un ulteriore passo avanti e a lavorare sui primi dati del Grande Progetto Pompei perché un periodo politico di transizione cambia i nostri interlocutori.

Autunno – inverno 2013/2014. Un cambio al vertice del MIBACT determina infatti il passaggio della Soprintendenza dalla Dott.ssa Cinquantaquattro al Dottor Osanna e la creazione della Direzione Generale del Grande Progetto con a capo il Generale Nistri. Il periodo di assestamento interno della Soprintendenza è più lungo del previsto e ci porta a dover concentrare le nostre attività esclusivamente sul civic hacking. Iniziamo dunque a mettere a frutto gli incontri fatti durante i viaggi e tessere collaborazioni. Collaboriamo all’organizzazione del Kublai Award a Napoli e supportiamo A Scuola di OpenCoesione , progetto MIUR – DPS di didattica sperimentale in cui ragazzi di scuole superiore di diverse città d’Italia, tra cui Napoli, utilizzano i dati del portale OpenCoesione per costruire progetti interdisciplinari a partire dall’individuazione di problematiche del loro territorio e da monitoraggi civici di progetti finanziati dalle politiche di coesione. Con A Scuola di OpenCoesione andiamo per tre lezioni in aula a Napoli e l’energia dei ragazzi è davvero unica. I nostri viaggi per beni confiscati e la voglia di collaborare con gli amici di Monithon portano all’organizzazione del #OPMeeting: una due giorni di monitoraggi civici in 3 beni confiscati dell’area vesuviana. Il gruppo che si forma in occasione di quest’esperienza non si scioglie alla fine dei monitoraggi, ma poco più di un mese dopo crea quello che potremmo definire uno “spin off” di OpenPompei, di cui andiamo immensamente orgogliosi.

Primavera – Estate  2014. Al raduno di Spaghetti Open Data infatti, durante l’hackathon guidato da Andrea Borruso “Gli OpenData per liberare l’Energia Potenziale dei beni confiscati alle mafie” nasce Confiscati Bene che raccoglie dati, analisi e monitoraggi civici dei beni sequestrati alla criminalità organizzata. L’idea nasce per dare ordine e facilità di accesso alla informazioni che, prima del progetto, erano difficilmente reperibili perché frammentate in diverse mappe e siti, oltre che incomplete. Nello stesso periodo però OpenPompei ritorna anche sulla strada del supporto per la trasparenza del Grande Progetto Pompei: assestata la nuova struttura organizzativa, iniziano gli incontri con la neonata Direzione Generale per ricominciare da dove ci si era interrotti.

Autunno- Inverno 2014-2015. Dopo un’estate di lavoro intenso e silenzioso, a settembre viene alla luce il portale della trasparenza del Grande Progetto Pompei che funziona così e che è costantemente aggiornato. Nel frattempo però non ci fermiamo con il civic hacking. Diamo una mano agli amici di Wiki Loves Monuments per fare in modo che per la prima volta la Soprintendenza di Pompei conceda l’autorizzazione per la partecipazione al concorso. Non solo la otteniamo, ma organizziamo anche un safari fotografico regalando 100 biglietti per fare in modo che tante foto di Pompei possano partecipare al contest e soprattutto entrare nel database di Wikimedia Commons. Alla fine ci prendiamo talmente gusto che anche la premiazione di Wiki Loves Monuments viene organizzata nel parco archeologico. A chiudere questo ricco inverno è lo STVDIVM, scuola di dati archeologici aperti, in collaborazione con il MIBACT, la Soprintendenza di Pompei e la Direzione Generale del Grande Progetto Pompei, alla quale partecipano gratuitamente 22 archeologi provenienti da tutta Italia.

Manca l’ultima stagione prima della chiusura di OpenPompei. Il nostro impegno a supporto delle politiche di trasparenza del Grande Progetto Pompei continua attraverso il portale, ma per la nostra piccola community di archeologi open e per tutti i cittadini che vogliono vivere Pompei prendendosene anche un po’ cura, sono in arrivo altre sorprese e altri momenti da costruire insieme. Il resoconto delle stagioni passate è una rincorsa per l’ultimo slancio.


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